Storie da abitare

Casa Mariantonio

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Prologo

“Tutto il vino sarebbe porto... se potesse”, così si dice dalle mie parti. E con un pizzico di sfrontatezza dovuta alla mia giovane età, aggiungo che “tutte le case vorrebbero sorgere qui… se potessero”. Vorrebbero tutte affacciarsi su un paesaggio patrimonio dell’Umanità, proiettare la loro ombra su generosi ulivi, vedere maturare i grappoli su terrazzamenti millenari, assistere al mutare delle stagioni in base ai colori della Natura. 

Mi presento: sono casa Mariantonio, sono una delle ultime nate nella famiglia di MCR. E sono l’unica a non trovarsi in Canton Ticino. Sono in Portogallo, nella valle del Douro, e rappresento la storia della famiglia di Marta.

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Capitolo I

Là dove scorre Ribeiro

Marta Maria Rivola, la moglie di Christian, la M di MCR, alla nascita si chiamava Marta Maria Lucas Ribeiro. Lucas è poi diventato il secondo nome dei due figli di Marta e Christian, e sia Lucas, sia Ribeiro (che in portoghese significa fiume) sono anche il nome di due case di MCR a Robasacco, in Svizzera.

Volete sapere da dove deriva invece il mio nome? Da quello di Maria e Antonio, i genitori di Marta. Entrambi sono originari di Valdigem, un paese del distretto di Lamego, nella regione dell’Alto Douro.

Si sposarono nel 1962, mentre lui prestava servizio militare. Poi la divisa non l’ha più abbandonata entrando a far parte della GNR, la Guardia Nazionale Repubblicana, un corpo di polizia militare, analogo alla Gendarmerie francese o ai Carabinieri italiani. 

Capitolo II

La rivoluzione dei garofani

Erano anni duri, di sacrifici. Così mi è stato raccontato. Il Portogallo era governato da una dittatura, guidata da António de Oliveira Salazar.  Il Paese era impegnato in guerre sfiancanti con le ex colonie africane. Poi negli anni Settanta una nuova generazione di militari, di capitani coraggiosi, quattro anni dopo la morte di Salazar, il 25 aprile 1974, mise fine alla dittatura con la “rivoluzione dei garofani”, la Revolução dos Cravos.

Ma torniamo indietro nel tempo. Per ragioni di servizio di Antonio, lui e Maria nel 1965 si trasferirono a Lisbona. Dopo la nascita di Marta, due anni dopo, crebbe la voglia di riavvicinarsi alla terra d’origine, e nel 1968 la famiglia si trasferì a Vila Nova de Paiva, per poi spostarsi ad Armamar, a pochi chilometri da Valdigem.

Capitolo III

Ritorno alla terra

Senza questo percorso di ritorno io non ci sarei. Il lavoro di Antonio gli consentiva di avere un buon reddito e respirare di nuovo l’aria della valle del Douro fece crescere la voglia di dedicarsi alla coltivazione della vite e dell’ulivo. Attività che per secoli i suoi antenati avevano praticato. C’è chi sostiene che furono i Fenici a portare la vite in queste terre. E di certo i Romani già apprezzavano il vino lusitano.

Antonio e Maria decisero perciò di acquistare una nuova proprietà nella parte superiore del paese di Vila Nova de Paiva e vi costruirono una nuova casa con l’aiuto del fratello José, provetto muratore.

All’attività nelle forze dell’ordine, Antonio scelse di affiancare la coltivazione di vigneti e oliveti. Negli anni valorizzò vigneti di famiglia e ne acquistò di nuovi, ampliò la casa e comperò il terreno al di là del riale. Ottenne così tutto lo spazio per i magazzini, per la cantina. E a unire i terreni fu realizzata una bella passerella, sorella minore del ponte ottocentesco costruito a monte.

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Capitolo IV

Nuova vita per il vigneto

Io all’epoca non c’ero. Sono ancora una casa bambina. Affinché nascessi dovevano arrivare Marta e Christian. Ma anche nel loro caso, il primo richiamo fu quello della terra. Nel 2008, MCR divenne proprietaria di un grande vigneto che era stato di Josè, il fratello di Antonio. Fu unito a un fondo che era di Antonio. Così il terreno venne trasformato da vigneto storico in vigneto funzionale a una produzione vitivinicola di valore. 

Io l’ho sentito solo raccontare, ma mi sembra di esserci: si allargano gli spazio tra i filari, si estraggono i pali d’ardesia, si contempla il paesaggio, il fiume scorre sotto di noi e poi via, ancora di pala tra un terrazzamento e l’altro. Quei pali d’ardesia che caratterizzano il territorio, diventeranno poi fonte d’ispirazione per il progetto di home design ApretApedra (ma questa è un’altra storia, e per saperne di più andate a questo link) e formeranno quei triliti che caratterizzano ogni dimora MCR (per saperne di più sui triliti leggete qui).

Affacciato sul rio Varosa e il suo lago artificiale, creato a monte di Peso da Regua, il vigneto Vales iniziò così a dare frutti e avviandosi alla produzione di vino e di porto, ma anche di olio d’oliva.

Capitolo V

Al di là del fiume

Adesso veniamo a me. Torniamo a Vila Nova de Paiva. Vi ricordate? Maria e Antonio avevano costruito la loro casa assieme al fratello. Poi avevano comprato il terreno al di là del riale. Ed è in questo terreno che Marta e Christian decidono di farmi nascere. Divento la loro casa vacanza e il quartier generale della produzione MCR terroir in Portogallo.

Mi trovo nella parte alta del paese e godo di una vista generale sulla vallata a dir poco unica. La mia zona giorno crea uno spazio esterno che si unisce al terrazzamento superiore, mentre dalla strada mi separa un muro in pietra, tipico del Douro. Queste cose le ho sentite da Christian, lui è architetto e mi ha spiegato come sono nata, partendo dalla sua idea di architettura. Un’architettura che dialoghi con il contesto, che esprima una bellezza senza tempo, che valorizzi una proprietà, che colga un’opportunità e ne apra altre.

Capitolo VI

Acqua, pietra e Porto

La grande opportunità è oggi quella offerta dall’Unesco, che ha inserito la valle del Douro tra i beni Patrimonio dell’Umanità. 

Un panorama di 48mila ettari di vigneto, costruiti su terrazzamenti, affacciati nella valle scavata dal fiume Douro. Un corso d’acqua di circa 900 chilometri che nasce in Spagna e sfocia nell’Atlantico, dopo aver attraversato la parte nord del Portogallo.

Il paesaggio che caratterizza l’alto Douro, oltre ai terrazzamenti, è composto di piccoli centri, che sono abitati in maggioranza da contadini, e poi cappelle e chiesette sparse sui pendii delle colline e strade sterrate che collegano i diversi campi e le “quintas”, le aziende vitivinicole della zona.  

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Capitolo VII

Pigiando l’uva nelle lagares

La regione dell’Alto Douro è la più importante zona del Portogallo per la produzione del celebre vino Porto. È probabilmente il vino liquoroso più famoso al mondo.

La produzione avviene ancora secondo la tradizione: le uve vengono pigiate con i piedi nelle “lagares”, le grandi vasche, poi il mosto ottenuto viene lasciato a macerare sulle bucce delle uve per circa ventiquattro ore e quando, ormai la metà dello zucchero è stato trasformato in alcol, la fermentazione viene bloccata aggiungendo alcol etilico o brandy. Poi c’è la fase di maturazione. E poi c’è il porto bianco, quello ruby, quello vintage. Ma potrete scoprire tutte queste cose e molte altre visitando il Museo du Douro a Peso da Régua, sulla sponda del fiume opposta a Valdigem o il nostro ente di promozione turistica. Il fascino di questa valle e delle sue colline che paiono ciclopiche piramidi a gradini continua ad ammaliare i turisti e dona speranza a chi ci vive.

Epilogo

Un luogo senza tempo

I profumi del Porto si uniscono ai riflessi dell’acqua fonte di vita e di energia, via di comunicazione e di irrigazione, alla durezza degli scisti, le rocce di nera ardesia che segnano i filari e che si prestano al design, alla dolcezza delle olive spremute a freddo nelle macine degli avi. Qui, tutti assieme, parlano di un luogo senza tempo, dove il ritmo della terra racconta ancora il ciclo della vita. Dove anche una giovane casa, come me, sente di avere salde fondamenta.